Un aumento dei valori di PSA tot potrebbe porre il sospetto di tumore della prostata. La visita urologica permette di capire se questa alterazione possa dipendere o meno dalla presenza di un cancro prostatico. Il sospetto clinico potrà poi essere ulteriormente avvalorato dall’esecuzione della risonanza magnetica magnetica multiparametrica della prostata.
La certezza della diagnosi si ha però solo con la biopsia della prostata. Questo esame consiste nel prelevare dei piccoli frammenti della ghiandola prostatica attraverso un’ago che viene “guidato” mediante una sonda ecografica. La biopsia prostatica può essere eseguita per via trans-rettale o transperineale. I frammenti prelevati dalla ghiandola verranno poi analizzati dall’anatomo-patologo per confermare o meno la presenza di tessuto tumorale.
Negli ultimi anni grazie all’introduzione nella comune pratica clinica della risonanza magnetica multiparametrica è stata migliorato lo studio anatomico-morfologico e funzionale della ghiandola prostatica dando la possibilità di identificare eventuali noduli prostatici sospetti. Conseguentemente si è potuto ottimizzare e migliorare l’approccio bioptico giungendo a tecniche di biopsia mirata o fusion.
Biopsia "Fusion"
La biopsia “Fusion” rappresenta l’avanguardia tecnologica nel campo delle biopsie prostatiche. Con l’ausilio di un particolare tipo di software che permette di “fondere” in tempo reale le immagini ecografiche con quelle della risonanza magnetica della prostata, siamo in grado di eseguire dei prelievi mirati sulle aree di prostata sospette per malattia tumorale. Questo aumenta notevolmente la possibilità di diagnosticare un tumore prostatico clinicamente significativo, riducendo il numero di prelievi eseguiti a favore di un minore rischio di complicanze ed un minor discomfort per il paziente.
La biopsia prostatica può essere eseguita in anestesia locale e in regime ambulatoriale. In casi selezionati la procedura potrà essere eseguita in anestesia spinale.
L’esame ha una durata in genere di 5-10 minuti.
Qualora si assumano farmaci antiaggreganti e/o anticoagulanti sarà necessario verificare con il proprio cardiologo o medico di riferimento la necessità e modalità di sospensione o sostituzione di tali farmaci.
Nonostante l’invasività, la biopsia prostatica è una procedura complessivamente sicura. Dopo la procedura è previsto un monitoraggio clinico di circa un’ora per escludere la comparsa di complicanze precoci. Prima di tornare a casa è anche importante verificare la ripresa delle minzioni spontanee e pertanto al paziente viene chiesto di bere almeno mezzo litro d’acqua per favorire la diuresi. Il rischio di infezione è molto basso e anche se in alcuni casi può essere indicata la somministrazione di antibiotici.
Si consiglia infine di presentarsi il giorno della procedura con un accompagnatore.
Nelle settimane successive alla procedura sarà possibile osservare la presenza di sangue nelle urine, nello sperma e nelle feci. Tali manifestazioni, solitamente di lieve entità, tenderanno alla risoluzione spontanea.