I reni sono due organi localizzati nello spazio retroperitoneale dell’addome. Hanno la dimensione di un pugno e la forma leggermente allungata, che ricorda quella di un fagiolo. I reni svolgono molte funzioni vitali permettendo di eliminare le sostanze di scarto dal nostro organismo, di regolare gli equilibri idro-salini, e di secernere sostanze come l’eritropoietina che promuove la produzione endogena di globuli rossi e la renina, enzima fondamentale nel controllo della pressione sanguigna.
Il tumore del rene è abbastanza diffuso: ogni anno in Italia vengono colpite circa 4000 persone e in Europa costituisce il 3% di tutte le neoplasie diagnosticate nell’adulto. Inoltre è il terzo tumore urologico più frequente, dopo quello alla prostata e alla vescica. Colpisce soprattutto gli uomini, in particolare gli over 60.
Ad oggi non esiste un chiaro fattore di rischio che porti con certezza allo sviluppo della malattia. Così come per altre neoplasie, sembra che il fumo di sigaretta aumenti il rischio di sviluppare questo tumore. Più recentemente si è dimostrato come l’obesità e l’ipertensione arteriosa siano dei fattori di rischio da non sottovalutare, assieme all’esposizione ad alcuni metalli.
Esistono poi delle forme di tumore strettamente connesse con alcune malattie genetiche.
Il tumore del rene è in genere asintomatico. In fasi avanzate la malattia può manifestarsi con sintomi quali sangue nelle urine, dolore lombare e una massa palpabile sull’addome. Poi ci sono i “sintomi collaterali” provocati dalle sostanze che produce il tumore: dimagrimento, spossatezza, febbricola, ipertensione, ipercalcemia, anemia.
Essendo per lo più asintomatico, la diagnosi è per lo più di tipo occasionale (incidentaloma), e vi si può giungere tramite ad esempio, un’ecografia addominale eseguita per vari motivi. L’ecografia permette di vedere delle lesioni renali, definirne la sede e le dimensioni.
La TAC dell’addome con mezzo di contrasto permette di definire al meglio dimensioni, sede, estensione locale delle lesioni renali, eventuale interessamento delle strutture vascolari e degli organi vicini. La TAC è inoltre molto importante per pianificare il trattamento chirurgico, stadiare la malattia e per valutare seppur in modo indiretto la funzione del rene interessato dal tumore. La risonanza magnetica, anche in questo caso con mezzo di contrasto, rappresenta una valida alternativa alla TAC con il vantaggio di non esporre il paziente alle radiazioni ionizzanti.
La terapia standard per il trattamento del cancro al rene è di tipo chirurgico. Il perfezionamento delle tecniche chirurgiche soprattutto con l’impiego della chirurgia minivasiva laparoscopica e robotica permette oggi di intervenire, quando possibile, rimuovendo il solo tumore risparmiando completamente il tessuto renale sano. Questa tipologia di intervento definita nefrectomia parziale o enucleoresezione renale consente di preservare la funzione renale garantendo comunque una radicalità oncologica con alte probabilità di guarigione. Rispetto alla chirurgia tradizionale la laparoscopia classica o robot assistita offrono il vantaggio di ridurre le perdite ematiche e il dolore post-operatorio permettendo una rapida ripresa delle normali abitudini di vita. L’intervento viene solitamente eseguito in anestesia generale e i tempi medi di degenza sono di circa due-tre giorni.
Nei pazienti con tumore al rene non metastatico la chirurgia può garantire una completa guarigione senza necessità di ulteriori terapie sistemiche.